L'attendere nel mondo analogico
Da bambini andavamo spesso dal dentista e come consuetudine bisognava attendere il proprio turno seduti nella sala d'attesa. Quella del nostro dentista era molto bella, luminosa e arredata con mobili classici e di design. C’era anche un bel leggìo di legno antico con un librone illustrato sempre aperto. Non c’erano cellulari e le notizie si leggevano solo sul giornale, il mondo era ancora analogico. Trent'anni fa non c’era la zona dedicata ai bambini né schermi multimediali alle pareti ma nonostante questo la sala di attesa risultava un luogo gradevole, ampio e che poteva ospitare anche una decina di persone contemporaneamente. L’ambiente era familiare, ci sentivamo a nostro agio, quasi come a casa.
Tra covid e iper-informazione
Da allora il mondo è cambiato velocemente ed è entrato in una frenesia sistematica in cui siamo continuamente tempestati di informazioni e dove tutto diventa obsoleto o fuori moda solo dopo poco tempo. La sala di attesa al tempo del Covid A complicare le cose, da qualche mese è comparso il Covid, una sorta di tsunami che ha messo in discussione tutto, cambiando forse per sempre molte delle nostre abitudini. Ora i pazienti non hanno più paura del trapano del dentista ma di un virus invisibile, un nemico silenzioso da cui è difficile difendersi. Questo timore è in parte giustificato perché sappiamo che il contagio avviene soprattutto per via aerea. In realtà però i protocolli di igiene normalmente applicati negli sudi dentistici ed ulteriormente rafforzati a causa della pandemia permettono di andare dal dentista con assoluta tranquillità e sicurezza. Alla luce della situazione attuale è pertanto fondamentale tutelare la salute dei pazienti, degli operatori e del personale amministrativo attraverso la riorganizzazione dell’attività lavorativa, mettendo in atto ogni azione che ostacoli la formazione di assembramenti ed ogni potenziale causa di propagazione del virus.
Le linee guide
Le recenti linee guida per l’attività odontoiatrica non danno indicazioni in merito al numero di pazienti in rapporto alla superficie degli ambienti, ma evidenziano l’obbligo di garantire le distanze di sicurezza di almeno 1 metro (meglio se 1,5-2 metri), se dotati di mascherina, e di favorire, se possibile, percorsi diversi per l’entrata e l’uscita dallo studio dentistico. A tal fine la gestione programmata degli appuntamenti farà in modo di evitare la presenza contemporanea di più persone nella sala d’attesa e nell’area amministrativa. L'esigenza, inoltre, di effettuare una efficace sanificazione degli ambienti ha portato all’eliminazione dell’area bimbi, delle riviste e di tutti gli oggetti potenzialmente contaminabili. Gli effetti personali del paziente devono quindi essere depositati in una zona dedicata ed inseriti in un contenitore costituito di materiale sanificabile o monouso. È di forte attualità il tema dell’aerazione dei locali per il quale si rileva non poca incertezza. Le linee guida raccomandano di attuare una buona ventilazione naturale delle aree operative aprendo porte e finestre dopo la cura di ogni paziente (10-15min). Per gli impianti di aerazione artificiale (VMC), la norma di riferimento rimane sempre la UNI 10339 che regola la quantità di ricambi d’aria necessari nell’ambiente. Si raccomanda per questi impianti l’eliminazione della funzione di ricircolo. Per tutti gli impianti di semplice condizionamento, a split o canalizzati, e di VMC, occorre effettuare la pulizia e sanificazione periodica dei filtri possibilmente settimanale.
Criticità uguale opportunità di cambiamento
Anche se il periodo Covid finisse presto a causa dell’indebolimento del virus e dell’avvento di un vaccino efficace, è probabile che queste direttive diventino una consuetudine. Come progettisti di studi dentistici riteniamo che questa possa essere l’occasione per ripensare le sale di attesa non solo come il posto relegato alla semplice funzione dell’attendere, ma come un luogo studiato per rispecchiare la personalità del dentista e la filosofia professionale dello stesso studio. Allora si può pensare a nuovi arredi più semplici e minimali, magari dotati di armadietti per il paziente, nuove sedute dal design contemporaneo, più comode e confortevoli ma opportunamente distanziate riducendone la quantità, una nuova illuminazione ben dosata, un rinnovamento cromatico delle pareti utilizzando pitture antibatteriche e magari l’inserimento di piante o installazioni vegetali. Per ottenere tutto questo è necessaria una adeguata progettazione che crei il giusto equilibrio formale, funzionale e cromatico, facendo sì che le asettiche e "fredde" sale d'attesa restino solo un ricordo lontano di un tempo in cui non si pensava che curare un paziente passasse prima dal prendersi cura della persona e del suo benessere attraverso il primo luogo in cui ha accesso, la sala di attesa.